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I Massalongo a Tregnago. Abramo, Caro, Orseolo e Roberto nel loro paese di origine

Abramo Massalongo e i suoi figli Caro, Orseolo e Roberto sono figure note nel mondo e, in particolare, a Tregnago, loro paese di origine. In un opuscolo pubblicato nel novembre 2024 in occasione del bicentenario della nascita di Abramo, ho ripercorso le tappe salienti della loro vita e della loro attività, con uno sguardo particolare a quanto li ricorda in paese: dall'ex ospedale al campanile della chiesa parrocchiale e non solo. L'opuscolo è ora disponibile in formato pdf al seguente link: Paola Milli - I Massalongo a Tregnago
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San Martino a Tregnago: fiera e tradizione

La fiera annuale di San Martino a Tregnago ha origini antiche. Agli inizi del XVI secolo si svolgeva davanti alla chiesa dedicata al santo, ora nota come chiesa della Disciplina, ed era sorvegliata da uomini armati ai quali, come compenso, veniva offerto un pasto da parte dei sacerdoti della pieve.  In passato l’evento era l’occasione per risolvere questioni, trattare affari, vendere e comprare bestiame oltre a poveri oggetti dell’artigianato locale che dovevano servire in casa durante l’imminente stagione fredda.  De san Martin l’inverno l’è in camin  diceva un proverbio popolare.  Anche per la fiera, tuttavia, nei secoli ci furono periodi critici soprattutto in concomitanza con il diffondersi di epidemie. Nell’autunno del 1598, ad esempio, la peste dilagava perciò i Provveditori di Verona inviarono al Vicario di Tregnago una lettera ordinando di vietare lo svolgimento della manifestazione:  Vostra Signoria , scrissero,  faccia al tempo debito custodire i ...

Villa Ferrari Dalle Spade

  A Tregnago, villa Ferrari, adiacente alla chiesa di Sant’Egidio, ancora oggi confina con via Fracanzana, in ricordo di chi la fece costruire e la abitò in passato, i   de Fracanzanis   o Fracanzani. Era una famiglia originaria della contrada cittadina di Falsorgo, già presente in paese nel XV secolo. Nel 1473, Pietro del fu Lazaro Fracanzani di Falsorgo firmava come notaio sottoscrittore il testamento di Domenica del fu Bartolomeo Turino di Tregnago.   Nel giugno del 1489, in  domo Disciplinae , venne riunita la confraternita di Sant’Agata che aveva sede a Sant’Egidio. Tra gli  officiales , confratello a tutti gli effetti, c’era Girolamo Fracanzani, notaio di Falsorgo figlio di Pietro. Verso la metà del ‘700 la presenza di famiglie cittadine in paese era diffusa e numerose erano le abitazioni dominicali. Alle seicentesche ville Cipolla e Franchini Stappo se ne aggiunsero altre: la località era apprezzata per il clima mite e la posizione elegante. Le famig...

Essere donne a Tregnago nel XV secolo: curiosità dai testamenti

  I testamenti: perché? Per il XV secolo, diversamente da quanto accade in altri tipi di atti notarili, nei testamenti la figura femminile è massicciamente presente ed attiva anche se non gode degli stessi diritti legali rispetto all’uomo.  Non a caso l’unico punto in cui non compaiono nomi femminili è quella che conferisce ufficialità all’atto, ossia l’elenco dei testimoni presenti alla dettatura del documento.  Nell’atto testamentario si possono trovare quelle donne che altrimenti sarebbero a noi sconosciute; è possibile avere qualche idea sul loro ruolo in ambito familiare e sociale; sul loro mondo ma anche sulla loro religiosità talvolta legata a pratiche non così presenti tra le disposizioni maschili.    I testamenti dei Tregnaghesi Nei testamenti dettati dalle donne e dagli uomini tregnaghesi ho cercato di individuare qualche aspetto della vita della popolazione femminile in un territorio rurale, in epoca tardomedievale. L’utilizzazione di questo tipo di d...

Don Francesco Franco e il vendri gnoccolaro de Verona

    Don Francesco Franco fu nominato parroco di Tregnago nel 1730, dopo la morte di don Domenico Anselmi che nei 7 anni precedenti aveva guidato la parrocchia. La sua nomina da parte dell’abate di San Nazaro fu dettata dalle doti di scienza e pietà del prescelto e approvata dal vescovo. Rimase a       Tregnago fino all’11 marzo 1781, giorno della sua morte. Gianfrancesco Cieno, accennando a lui, lo definisce  lepido poeta [1] , poeta piacevole ed arguto. In effetti, don Franco fu uomo di cultura e di lettere, narratore in versi dialettali delle tradizioni veronesi e della vita in campagna, considerata migliore di quella in città.  È giunto fino a noi un volumetto pubblicato postumo nel 1784, una raccolta di versi anonima intitolata “  Sié canté sora la villa colla zonta d’altre composizioni sora el vendri gnoccolaro de Verona , in cui Ventura, pseudonimo di don Francesco, come spiega efficacemente l’introduzione al testo,  nella qu...